\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Nella nuova repubblica, proclamata il 16 novembre 1918, prevalsero i partiti socialdemocratico, cristiano-sociale e tedesco-nazi
onale; lÆAssemblea costituente, eletta il 16 febbraio 1919, vot≥ lÆannessione dellÆAustria alla Germania ma, di fronte allÆopposizione delle potenze dellÆIntesa e per frenare le tendenze centrifughe di alcune regioni (il Tirolo soprattutto), fin∞ col vot
are una costituzione federale con larghe autonomie per i 9 LΣnder costituenti la nuova Austria, con un presidente e due camere (Consiglio nazionale o Nationalrat, e Consiglio federale o Bundesrat). Con tale sistema si volle arginare il predominio di Vien
na, roccaforte socialista (socialisti erano stati i pi∙ autorevoli esponenti dei governi di coalizione: O. Bauer, K. Renner); poi il potere pass≥ ai cristiano-sociali mentre lÆAustria cadeva nellÆinflazione e nel caos finanziario.\par
Grazie allÆinterve
nto della Societα delle Nazioni, il gabinetto di mons. I. Seipel (formato nel maggio 1922) potΘ sanare la crisi finanziaria, non quella economica, che divenne cronica. E ci≥ mentre si acuiva il dissidio tra Vienna e le province, ove si erano costituite l
e milizie delle Heimwehren, e il miraggio dellÆunione alla Germania (Anschluss) si faceva sempre pi∙ insistente. La lotta su base sociale domin≥ i vari gabinetti Seipel (1922-24), R. Ramek (1924-26) e nuovamente Seipel (1926-1929) e culmin≥ nella sommoss
a socialista di Vienna del 15 luglio 1927, repressa dal prefetto di polizia H. Schober. Divenuto questi capo del governo (26 settembre 1929), si ebbe una riforma costituzionale in senso autoritario e accentratore; sebbene pangermanista, Schober cerc≥ un
riavvicinamento allÆItalia firmando nel 1930 un trattato di amicizia.\par
La questione dellÆAnschluss torn≥, invece, ad essere di primo piano con lÆavvento in Germania del regime nazionalsocialista (1933); il nuovo cancelliere austriaco, il cattolico E.
Dollfuss (1932-34), venne pertanto a trovarsi tra due fuochi, quello socialista (insurrezione viennese del 12-15 febbraio 1934; al socialismo Dollfuss oppose il corporativismo cattolico che mise alla base della nuova costituzione del 1934) e quello nazi
onalsocialistico, agente e dallÆesterno (pressione della Germania) e dallÆinterno (sorgere di un partito nazionalsocialista austriaco). Il 25 luglio 1934 un gruppo di nazionalsocialisti assal∞ il palazzo della Cancelleria e uccise Dollfuss; il putsch fal
l∞ per≥ dinanzi allÆinvio di divisioni italiane al Brennero e alla reazione franco-inglese. Il nuovo cancelliere K. Schuschnigg potΘ riprendere il programma politico di Dollfuss; ma la sua posizione divenne sempre pi∙ precaria, e il sorgere dellÆAsse Rom
a-Berlino fece precipitare la situazione: nel febbraio 1938 un nazionalsocialista, Seyss-Inquart, fu imposto da Hitler come ministro dellÆInterno, lÆ11 marzo Schuschnigg veniva defenestrato e lÆindomani lÆesercito tedesco procedeva con la forza allÆAnsch
luss.\par
La storia dellÆAustria, che ebbe lÆantico nome carolingio di \i Ostmark\i0 , Φ legata fino al 1945 a quella della Germania; liberata dalle truppe alleate tra lÆaprile e il maggio 1945, fu divisa in quattro zone dÆoccupazione (S.U.A., Inghilter
ra, URSS, Francia) e Vienna fu sottoposta ad amministrazione quadripartita. Dopo la formazione (aprile 1945) di un governo provvisorio (socialisti, cattolici, comunisti), guidato dal socialista K. Renner, e il ripristino della costituzione del 1920, le e
lezioni del 25 novembre diedero la maggioranza al Partito popolare (╓sterreichische Volkspartei, erede dei cristiano-sociali), seguito a poca distanza dal Partito socialista (Sozialdemokratische Partei ╓sterreichs). In dicembre veniva formato un governo
di coalizione fra ╓VP e SP╓, presieduto dal popolare L. Figl, mentre Renner era eletto dal parlamento presidente della Repubblica. I problemi insorti in seguito allo sviluppo della guerra fredda prolungarono il regime di occupazione fino allÆottobre 1955
: esso ebbe termine dopo la firma (maggio), tra lÆAustria e le 4 potenze occupanti, del Trattato di stato che ridava al paese piena indipendenza entro i confini del 1938, proibendo la riunificazione con la Germania e la restaurazione degli Asburgo; in ot
tobre il parlamento approvava lÆinserimento nella costituzione della clausola del trattato che conferiva allÆAustria la neutralitα permanente.\par
La questione dellÆAlto Adige, nonostante gli accordi De Gasperi-Gruber del settembre 1946, rimase un fatto
re di attrito con lÆItalia fino allÆaccordo MoroWaldheim del novembre 1969, che ampli≥ i poteri amministrativi della provincia, stabilendo una serie di garanzie per il gruppo linguistico tedesco.\par
La ôgrande coalizioneö fra popolari e socialisti inau
gurata nel 1945 prosegu∞ per oltre 20 anni, garantendo allÆAustria, nelle difficili condizioni economiche e politiche del dopoguerra, una elevata stabilitα interna (in contrasto con i violenti conflitti del periodo fra le due guerre) e il consolidamento
della sua nuova collocazione internazionale. Mentre i rapporti di forza tra i due partiti non subivano modificazioni di rilievo (la ╓VP mantenne il cancellierato, la SP╓ la presidenza della Repubblica), questi procedevano a unÆaccurata spartizione delle
cariche dellÆapparato statale e dellÆeconomia pubblica sulla base del rispettivo peso elettorale (la cosiddetta \i Proporz\i0 ), dando cos∞ vita a un sistema destinato a sopravvivere alla stessa coalizione governativa. A metα degli anni Sessanta la mutat
a situazione interna e internazionale poneva le premesse per lÆapertura di una maggiore dialettica politica; con la conquista della maggioranza assoluta nelle elezioni del 1966 lÆ╓VP potΘ porre termine allÆesperienza della grande coalizione e formare un
governo monocolore presieduto da J. Klaus.\par
Nel 1970 la vittoria della SP╓ (maggioranza relativa) consentiva la formazione di un governo socialista minoritario guidato da B. Kreisky. Questi indisse elezioni anticipate e, conquistata la maggioranza as
soluta (1971) sulla base di un programma di riforme, diede inizio a una lunga fase di egemonia socialista, confermata dalle elezioni legislative del 1975 e del 1979 e dalle presidenziali del 1974 e del 1980 (entrambe vinte dal candidato della SP╓ R. Kirc
hschlΣger). I governi presieduti da Kreisky perseguirono unÆespansione della spesa sociale e dellÆoccupazione, una maggiore ôdemocrazia economicaö, un allargamento dei diritti civili; in politica estera, il tradizionale neutralismo dellÆAustria û che tro
v≥ fra lÆaltro un riconoscimento internazionale nellÆelezione dellÆex ministro degli Esteri K. Waldheim a segretario generale dellÆONU (1972-82) û si caratterizz≥ in senso pi∙ attivo e fu accentuata, in particolare, lÆattenzione per la questione mediorie
ntale e lÆapertura verso il mondo arabo e la resistenza palestinese.\par
Principali partners economici dellÆAustria rimasero Repubblica Federale di Germania e Italia, ma furono sviluppati anche i rapporti con gli altri paesi della CEE (accordo di libero
scambio, 1972), con lÆURSS e con diversi paesi dellÆEuropa orientale. Nelle elezioni dellÆaprile 1983 la SP╓ perse la maggioranza assoluta dei voti, mentre la ╓VP ottenne un leggero incremento a spese del piccolo Partito liberale (Freiheitliche Partei ╓
sterreichs).\par
Dopo tredici anni Kreisky dava le dimissioni dalla carica di cancelliere (aprile) e il suo successore, F. Sinowatz, formava (maggio) un gabinetto di coalizione tra socialisti e liberali, il primo del genere nella storia della repubblica
. Negli anni successivi la SP╓ subiva un certo logoramento, anche per il condizionamento esercitato sul governo dai liberali, mentre sempre maggior rilievo assumevano, in concomitanza con la crescita del movimento verde, le tematiche ambientali. Un danno
allÆimmagine internazionale dellÆAustria arrecava nel giugno 1986 lÆelezione alla presidenza della repubblica dellÆex segretario generale dellÆONU e candidato indipendente dellÆ╓VP, Waldheim, accusato nei mesi precedenti di essere coinvolto in atrocitα